giovedì 29 agosto 2013

Abbiamo visto troppo Garfield, troppe Tartarughe, troppo Cake Boss.

Non so se vi avevo detto, che ormai da molto tempo il Pituffo ha una famiglia immaginaria.
 
I bambini normali al massimo di immaginario si fanno l'amichetto, lui che è complicato invece si è scelto proprio tutta una famiglia, e pure numerosa: un'altra mamma, un altro papà, un fratello grande e uno piccolo, addirittura un cane. Tutti quanti su un altro pianeta, da cui lui a un certo punto è stato cacciato e fatto rimaterializzare nella mia pancia, per riaffrontare l'infanzia in questa valle di lacrime dove i bambini devono addirittura andare a scuola.

Ma ciononostante, è ancora in contatto con la sua ex famiglia attraverso un potentissimo telefonino immaginario con cui li chiama, ci parla, gli racconta, fa gli auguri di compleanno alle migliori amiche dell'altra mamma (qui invece non dice nemmeno pronto a sua nonna), e consulta siti Internet dove è possibile acquistare online automobili che costano al massimo ottanta euro e vengono consegnate in cinque giorni, con un bel mirino Mercedes applicato gratuitamente su tutti i modelli nel caso in cui se ne faccia richiesta.
 
Superata una prima fase in cui questa cosa mi rendeva mortalissimamente gelosa, ormai mi sono serenamente rassegnata. E anzi, ascolto con estremo divertimento queste cronache interplanetarie che ogni giorno si arricchiscono di nuovi entusiasmanti dettagli.
 
Tipo ieri sera, che mi accingevo a stendere le pizze per cena.
 
Il Pituffo mi vede e mi domanda se può stendere personalmente la sua pizza. Ma vieni!!
 
Sai, io questo lavoro lo so fare perchè nell'altro pianeta il mio papà faceva il pizzaiolo.
 
Ah davvero? Che bello!
 
Si, faceva delle pizze buonissime. La gente gli telefonava e lui rispondeva "Come la vurit' 'a pizz'? Pepero'? Quattro Staggio'?"
 
Era napoletano, l'altro tuo papà?
 
Si, era nato a Manhattan.

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